La nostra basilica.

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Era ormai necessario darsi una pagina internet.

lunedì 16 novembre 2015

Una nuova chiesa per una Chiesa nuova... (1)


Può sembrare un semplice scambio di parole il titolo di questo post. In realtà indica l'orizzonte entro il quale si pongono gli eventi che andremo a vivere nei prossimi giorni.
L'8 dicembre p.v. la nostra comunità avrà di nuovo la sua chiesa, l'arcivescovo Giuseppe Petrocchi infatti consacrerà quella che ora è semplicemente un'aula rendendola segno della presenza di Dio accanto al suo popolo e del popolo accanto al suo Dio. Una nuova chiesa, sorta sulle ceneri di quella danneggiata, e poi completamente demolita, dopo il disastroso terremoto del 6 aprile 2009.
Ora il cantiere è chiamato a spostarsi; non più una nuova chiesa da costruire ma una Chiesa nuova, una Chiesa che, fedele alle intuizioni del Concilio Vaticano II, a quelle del magistero dei pontefici (da san Giovanni XXIII a Francesco, passando per Paolo VI, Giovanni Paolo I e san Giovanni Paolo II) e al magistero, fondamentale anch'esso, dello Spirito Santo attraverso le intuizioni profetiche del popolo di Dio, possa essere sempre più fedele alla sua vocazione di popolo d'alleanza, chiamata a vivere, testimoniare e donare la Vita nuova portata da Cristo.
La chiesa infatti è luogo e simbolo della Chiesa.
Una chiesa fatta solo di mattoni, cemento, ferro, suppellettili e arredi ma assente di credenti non è Chiesa, ma forse museo, per dirla con papa Francesco, o un inutile monumento ai caduti, o, peggio ancora, un inutile ingombro.
Ecco ora la necessità di costruire e costruirsi come Chiesa.
Gesù al capitolo 13 del vangelo di Giovanni dice ai suoi discepoli: "Vi do un comandamento nuovo..." non un nuovo comandamento, un ulteriore precetto, da aggiungersi alle 613 mitzvòt già contenute nella Sacra Scrittura. Ora alla diocesi di L'Aquila e alla nostra comunità, attraverso questa consacrazione, ci dice: "Vi do una Chiesa nuova", non una nuova chiesa da aggiungersi alle leggendarie novantanove della città, ma una Chiesa nuova che diventa, contemporaneamente, dono e lavoro, cantiere di profezia e annuncio della certezza, immutabile, dell'avvenimento di Cristo.
Allora coraggio, al lavoro.

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