La nostra basilica.

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Era ormai necessario darsi una pagina internet.

sabato 16 luglio 2016

Suggestioni a margine di una messa.



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Come ogni anno stamattina ho celebrato la messa delle ore 6,00 nella chiesa delle Anmie in occasione della festa di Maria ss. del Monte Carmelo. È una memoria piena di suggestioni, sia personali sia biblico-liturgiche.
Il rischio è sempre lo stesso: scadere in un devozioniso irrazionale, sentimentalistico, che di fatto poi non incide nella vita.
Ecco che occorre fare una immersione biblica. Nella lettura proposta dalla liturgia, presa dal 2 libro dei Re, si racconta un episodio all'apparenza banale: un bell'acquazzone.  Israele soffre di una terribile siccità e la siccità è sempre foriera di carestia, fame, futuro incerto. Elia però scorge da lontano una nuvola simile ad una mano d'uomo e capisce, da profeta, che Dio sta interrompendo questo castigo. La pioggia arriva, la carestia è  scongiurata. Tutto questo accade sul monte Carmelo nel IX sec. a.C. La preghiera e la vigilanza di Elia hanno permesso che il miracolo accadesse e che fosse riconosciuto tale. La parola Carmelo vuol dire giardino. Un giardino che rischiava di diventare deserto.
Proprio come oggi dove viviamo in un mondo desertificato, non tanto e non solo per la mancanza di acqua, ma soprattutto per rapporti aridi, avidi, pieni di odio, violenti. A noi viene chiesto di scorgere i segni di una benedizione e di essere segni di benedizione. Ognuno di noi ha il potere di rendere giardino/Carmelo una parte di mondo. Con una preghiera attenta al reale.
Se la festa della Madonna del Carmelo ci affascina è perché siamo abitati da una struggente nostalgia per quel giardino originario nel quale eravamo messi. Del quale dovevamo prenderci cura prima che una suggestione di peccato ci desse il delirio di bastare a noi stessi con le nostre sole forze. Pretesa di onnipotenza che non riconosce che tutto è dono. Prenderci cura del Carmelo /giardino che siamo affinché il deserto non abbia la meglio, prenderci cura del  Carmelo /giardino che è l'altro perché il deserto non vinca.
Prenderci cura, pregare. Prenderci cura, vigilare. Prenderci cura, annunciare.
Che poi in fondo è quello di cui parla il vangelo della festa di oggi. Maria sotto la croce è invitata a prendersi cura del discepolo amato e quest'ultimo è invitato a prendersi cura della Madre.
La festa della Madonna del Carmelo ci dice che costruiamo il giardino di Dio quando ci prendiamo cura di noi e degli altri.
E tutto il male del mondo, tutto il deserto non avranno la meglio finché ognuno di noi sarà oasi.
Maria del Monte Carmelo in questo è maestra e guida sicura, lei "di speranza fontana vivace".