La nostra basilica.

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Era ormai necessario darsi una pagina internet.

venerdì 26 agosto 2016

Non allontanatevi.


Non allontanatevi, se possibile, dalle vostre case.
Non fatevi deportare in massa verso luoghi lontani.
Presidiate il territorio ma non per gli sciacalli, chi ha perso tutto con un terremoto sa che gli basta niente per vivere. Non allontanatevi perché appartenete a quella terra, sono là le vostre radici, senza radici sareste destinati ad essere foglie al vento.
Avete perso tutto? Vero! Ma avete ancora la vita.
Non fatevi prendere dai sensi di colpa: "perché non io invece di mio figlio, dei miei nipoti?"
E' questo il momento della solidarietà, delle coccole, delle promesse dei politici, forse delle passerelle (pensate che a L'Aquila durano ancora dopo sette anni) prendetevele tutte perché poi arriverà la dimenticanza. Quando al tg sentirete: ed ora cambiamo pagina, passiamo alle notizie della borsa, del calcio, della cronaca, della politica, della dieta, sappiate che si sta facendo largo la dimenticanza. 
Non sempre dettata da un menefreghismo, spesso è semplicemente la vita che scorrendo ti riporta ad una anestetica ferialità.
Risento le stesse cose: sospensione delle tasse, congelamento dei mutui, sospensione del pagamento delle bollette. E' solo una sospensione. L'economia non conosce la pietà. Ti richiede tutto. 
Non fatevi problemi se il vostro fisico vi richiederà un antidepressivo o un ansiolitico, no non siete malati o pazzi, siete dei terremotati.
Non date troppo peso a quella sensazione strana di camminare pensando di aver perso il baricentro, dovendo ogni tanto fare la convergenza delle gambe perché state andando storto. E' normale: siete dei terremotati.
D'ora in poi la vostra vita di dividerà in: a.T e d.T (prima del terremoto e dopo il terremoto).
Cominciate quanto prima a truccarvi e profumarvi perché la vostra vita non è finita.
Ricomprate un libro senza pensare: tanto a che serve?
Non permettete che depressione, tumore, infarto, ictus facciano più morti del terremoto.
Non datevi pena per i morti, sono nell'abbraccio di Dio che, pensate un po' che genio, non avendo pensato prima ad evitarla ha pensato bene di combatterla e vincerla.
Si con Gesù è morta la morte.
Non fatevi dividere, da noi dopo una prima solidarietà c'è stata la ideologia del Divide et Impera.
Chi stava fuori aveva tradito, chi era rimasto in tenda era un approfittatore.
Chi aveva dei figli era favorito nell'assegnazione degli alloggi, chi era single o prete (come me) non aveva alcun diritto se non eventuali briciole.
Non permettete che invidie e gelosie vi separino.
Toccherà a tutti un alloggio prima o poi.
Se la puzza delle tende vi stimola a rovesciare non abbiate vergogna ad andar via, (a me il solo ri-vederle in tv mi costringe a fare la doccia).
Fate giocare i bambini, raccontategli le storie degli anni passati, le favole dove il rospo diventa principe. Parlate tanto, parlate troppo: è curativo.
Non censurate le lacrime, i tremori improvvisi, i tic imprevisti.
Il terremoto ti insegna che è tuo solo l'attimo: vivilo come è meglio per te.
Dimentica l'apparenza e favorisci la tra-sparenza (tua e degli altri).
Sorridi quando sei in fila per il pranzo, la cena o il bagno.
Ringrazia chi cucina per te, chi ti serve il piatto.
Se entrare in una casa in muratura ti da fastidio non farlo, non sei strano tu. E' la casa che è diventata nemica. Vedrai che con calma ci farai la pace.
Se te le senti di pregare fallo, se non te la senti è preghiera anche quella. Non contano le parole.
Non cercate di raccattare quanto più possibile, né ora né dopo. Un po' meno del giusto va comunque bene.
Amati fratello e sorella terremotato, amati ed ama. Solo questo scalda il cuore e in fondo al tunnel si vedrà per minuscolo punto luce che ti fa dire: posso farcela anche stavolta.

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