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mercoledì 25 gennaio 2017

La carezza di Gesù



"Donna non piangere". Cosa c'è di più dis-umano che dire ad una madre, vedova che segue il funerale del suo unico figlio queste parole: "Donna non piangere". Eppure Gesù lo ha fatto. Si trova a Nain e si imbatte in questo corteo funebre. Non può tacere. Non può permettere che dolore e disperazione abbiano la meglio sulla speranza e sulla vita.
L'Abruzzo in queste ore sta vivendo l'esperienza di questa donna. Una serie incredibile ed interminabile di lutti e dolore: neve, terremoto, slavine, esondazioni, incidenti aerei che coinvolgono anche chi porta salvezza e speranza. Abruzzo, o Nain? 
Questi sono i momenti nei quali questo sguardo di Gesù, la sua voce sono indispensabili. Da tutti emerge il grido: Perché? 
Un grido che prende, a volte, le sembianze della preghiera e, a volte, della bestemmia.
"Abruzzo, Rigopiano, Montereale, Capitignano, Campotosto, Lucoli non piangere"... si come discepoli del Risorto dobbiamo avere il coraggio, l'ardire, la fede di dire "Non piangere". Il male ci assale e ci sovrasta, la morte ci circonda, il dolore è fisico, fa sudare sangue come nell'orto del Getsemani eppure... "Donna non piangere" è l'unica evidenza perché il Risorto ha già vinto tutto il male del mondo e la morte. Come scrive il poeta Clemente Rebora:
Un lutto orlava ogni mio gioire:
l'infinito anelando, udivo intorno
nel traffico e nel chiasso, un dire furbo:
Quando c'è la salute c'è tutto,
e intendevan le guance paffute,
nel girotondo di questo mondo. 
Qualunque cosa tu dica o faccia, 
c'è un grido dentro:
non è per questo, non è per questo!
E così tutto rimanda
a una segreta domanda...
Nell'imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio!
Questa è l'ora nella quale affermare che la carezza di Dio non manca, questa carezza ha un volto ed un nome: Gesù di Nazaret, il crocifisso Risorto, presente anche oggi nei suoi. 
Di cosa abbiamo bisogno allora? Di sentire questa carezza di Dio e il suo invito a "Non piangere".
don Bruno Tarantino


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