Oggi 4 novembre. Una festa, come tutte quelle legate ad eserciti e guerre, che non ho mai sentito particolarmente mia. Da giovane, mi fa impressione dirlo perché la mia età anagrafica non corrisponde a ciò che sento di essere, ho fatto consapevolmente la scelta dell'obiezione di coscienza. Erano i tempi di Spadolini e Zanone al ministero della difesa. Erano i tempi in cui gli obiettori venivano puniti. Chi faceva "il servizio militare" dedicava 12 mesi alla patria, gli obiettori erano costretti invece a fare 20 mesi, ben 8 mesi in più, e poi erano quasi sempre precettati. Tu indicavi di voler lavorare con i bambini e ti mandavano con gli anziani, volevi lavorare con gli anziani e ti mandavano con i bambini, volevi lavorare con i tossicodipendenti e ti mandavano in un ufficio di uno sperduto comune del trentino, volevi andare in uno sperduto ufficio del trentino e ti mandavano con i tossicodipendenti. Tempi duri. Ma io ero cresciuto a pane e don Giussani, pane e don Lorenzo Milani, pane e padre Balducci. Ero attrezzato per quegli otto mesi in più. E ho lottato affinché fosse tolta la leva obbligatoria. Fate l'amore, non fate la guerra non età propriamente il mio motto, ma ci si avvicinava parecchio. Allora, sull'onda lunga delle intuizioni di Giovanni Paolo II, si parlava di "strutture di peccato" ed io sognavo di cambiarle, o almeno di non cascarci dentro, di evitarle.
Avevo chiesto di lavorare in caritas, ovviamente tre giorni prima della partenza ho scoperto che ero stato "precettato". Fui spedito presso una struttura religiosa dove si accoglievano minori in difficoltà. Dopo i primi mesi di nervoso rodaggio mi accorsi che la punizione età diventate una benedizione. Una gran bella esperienza. Tanto amore dato e ricevuto. Tante amicizie.
Ora, a distanza di 30 anni, non mi pento di nulla se non del fatto che la leva obbligatoria non esiste più. Ora vedo in giro generazioni di ragazzi senza idealità, senza il senso della comunità, non quello della patria, ma quello della comunità che per te spende risorse, energie, alla quale senti di appartenere, che vuoi migliore. Ora vedo obiettori che non obiettano un bel nulla, che sono contigui al sistema. Ora vedo calma piatta, don Milani? Chi è mai costui? Lettera ai cappellani militari? L'avrà scritta il papa per delle beghe interne a quella struttura anacronistica che va sotto il nome di chiesa cattolica. L'obbedienza non è più una virtù? Forse la frase di una suorina fuoriuscita dal convento.
Dopo 30 anni dico che forse la leva obbligatoria bisognerebbe rimetterla, insieme alla scelta dell'obiezione di coscienza, per educare ad una appartenenza e ad una gratuità.
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