La nostra basilica.

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Era ormai necessario darsi una pagina internet.

mercoledì 27 maggio 2015

Porco il clero.


No, non sono impazzito, tranquilli. Né ho rinnegato la fede... Riporto semplicemente quello che mi è successo stamattina.
Mi arriva un sms dove mi si chiede se sono disponibile per una breve celebrazione funebre, un momento di preghiera e una benedizione, presso una scuola superiore, un ottimo professore è morto e gli alunni, tutti, vogliono salutarlo nell'atrio del loro istituto. Dico di si. Arrivo, stranamente in anticipo. Arrivo, stranamente vestito con il clergyman, stola, rituale e acqua santa. Appena sceso dalla macchina vedo due ragazzi, due studenti, che stanno per andare via, uno dei due, all'improvviso esclama: Porco il clero! A me viene da ridere. Sono quelle coincidenze terribili che mettono un po' tutti in imbarazzo. Far finta di nulla? reagire? rendere pan per focaccia? oppure cosa? Sono attimi nei quali lavora lo Spirito e allora mi scappa un sorriso e dico: Urca mi aspettavi?!
Forse quel ragazzo prova un po' di imbarazzo, in fondo capisco che non ce l'aveva con me, era un suo modo di esprimersi per manifestare un suo contrappunto per qualche imprevisto, si rifugia in macchina, intravvedo un po' di rossore sul suo viso, un po' s'è vergognato.
Porco il clero. Mi resta dentro questa espressione. Non mi ha offeso, mi dicono essere un prete anticlericale, quindi mi starebbe pure bene. Ma lo spirito di corpo mi fa chiedere: Cosa spinge un  ragazzo ad usare una simile espressione? Mi chiedo se dietro non ci sia anche qualche mio atteggiamento, forse involontario, per giustificare simile "bestemmia" (ma forse è solo una parolaccia o forse aggettivo sostantivato o sostantivo aggettivato). E allora ringrazio il buon Dio che mi ha ispirato a dire si ad una proposta che mi ha permesso di aiutare centinaia di ragazzi a salutare il loro professore, a pregare per lui, molti a labbra chiuse ma con le mani che si liberavano in un applauso spontaneo (chi l'ha detto che si prega solo con le parole?). Ringrazio Dio perché grazie a quel bel "Porco il clero" mi ha costretto ad un esame di coscienza e mi ha rimesso nel cuore il desiderio che mai nessun ragazzo e nessuna persona, sfogandosi con una simile espressione, possa trovare giustificazione in qualche mio atteggiamento. E umilmente ho chiesto che nessuno del clero possa adottare usi, costumi e linguaggi che possano ispirare o solo giustificare una simile espressione. "Porco il clero" è l'inizio di un nuovo modo di essere prete. Grazie inconsapevoli giovani discepoli di Emmaus, che ve ne andate per le strade della vostra giovane vita mormorando tra voi, che uscendo dal liceo musicale avete suonato per me questa meravigliosa espressione.

lunedì 11 maggio 2015

Le sorprese di Francesco...

Bellissima lettera scritta a Francesco Leccese in occasione dell'inaugurazione del campetto di calcio all'I.I.S. A. D'Aosta - L'Aquila-

"Ciao Francesco, oggi siamo qui per darti il nostro saluto, il nostro buon viaggio, si un saluto e non un addio perché non sei andato via, semplicemente sei partito per un lungo viaggio durante il quale avrai sicuramente modo di incontrare tante persone che non conosci o magari si, chi può dirlo. Sicuramente questo viaggio sarà speciale come ogni tua giornata passata qui, nella nostra scuola, nella tua scuola, che oggi è qui a darti il buon viaggio, anche se un po' in ritardo, ma come si dice, meglio tardi che mai. Salutandoti vogliamo anche cogliere l'occasione donando questa targa alla tua famiglia come simbolo della nostra vicinanza e riconoscenza. Non tutti i ragazzi presenti qui oggi ti conoscono, a dire la verità, forse nessuno, sei uscito anni fa; ma non serve conoscerti personalmente per sapere chi sei e soprattutto come sei. Una persona piena di gioia pronta a sorridere contagiando gli altri con la tua simpatia. E proprio così hai fatto qui. Hai portato gioia e allegria tra i banche di questa scuola che ti ricordano un po' pazzerello ma sempre sorridente. La scuola intera, i professori, i bidelli, gli stessi alunni ti ricordano così; e forse è anche meglio. Un bel ricordo per una persona bella come te. Chissà quante volte durante le occupazioni, le autogestioni o addirittura durante le ricreazioni hai organizzato partite a carte di nascosto dai professori, non si contano sicuramente. Questa passione per le carte, il gioco, ti ha reso sempre estroverso e pronto a scherzare con gli altri. Impegnato a 360 gradi. Coro, sporto, banda, conservatorio, amici e fidanzate, sempre qualcosa a cui pensare. Sempre una battuta pronta per tutto e per tutti. Ti seguivano per ascoltare la tua simpatia. Il profeta della risata, voglio chiamarti così. Gli occhi brillavano ogni volta che le carte scorrevano tra le tue mani, era possibile vedere impressi nei tuoi occhi i vari semi, cuori, quadri, fiori, picche. Un sogno coltivato da una vita finalmente realizzato. Il tuo corpo fluttuava nell'aria ogni volta che varcavi la soglia di sale da poker e casinò. Ricordo quando tuo padre ci raccontò del casinò a Birmingham. Appena entrato sembravi un bambino in una fabbrica di giocattoli. Volavi su per le scale come se non esistessero. Il potere della passione ti rendeva una semplice piuma portata dal vento. Ancora non eri assunto ma ti sentivi già il re del casinò. Poi arrivò quel giorno in cui ricevesti la notizia dell'aumento, e poi quel biglietto per questo viaggio infinito. Per questo siamo qui a dirti 'buon viaggio Francesco' l'aeroplano fatto di nuvole che ti porterà su, su e ancora più su ti permetterà di vedere con i tuoi stessi occhi il panorama di questo mondo che sei stato costretto a lasciare. Non ti sei potuto opporre. Hai preso il biglietto e sei partito. Buona fortuna.......non siamo riusciti a dirtelo..........troppo tardi, già l'aereo era decollato. Per questo siamo qui oggi. Per dartelo lo stesso anche se  in ritardo. Siamo sicuri che nei tavoli da poker del casinò dove andrai farai strage di clienti, come hai sempre fatto d'altro canto. Che dire, di nuovo buon viaggio....e.....a presto.

L'Aquila 06/05/2015                                                       Tutta la comunità"





Grazie, finché ci saranno ragazzi come voi non tutto è perduto.
Grazie Francesco perché continui a suscitare sogni, progetti, inquietudini.

sabato 2 maggio 2015

Mese di maggio...


Siamo arrivati agli ultimi minuti di questo primo giorno di maggio. Tanti eventi oggi: apertura dell'Expo a Milano, concertone a Roma, festa del lavoro, scontri a Milano da parte dei no-expo, ostensione della Sindone... a L'Aquila il mercatino di san Giuseppe, la gita fuori porta.
Chi più ne ha più ne metta.
Qualcuno però, specialmente su facebook, si è ricordato che inizia il mese che la tradizione cattolica dedica in modo particolare a Maria. Le immaginette mariane usate sottendono ad un devozionismo disincarnato. Ne esce fuori una Maria angelicata, una Maria da favoletta rosa degna dei peggiori romanzi di Liala. Una Maria che ha poco a nulla da dire all'uomo contemporaneo, una Maria che al massimo offre un surrogato di alienazione, una parentesi di dimenticanza nella lotta di ogni giorno per vivere, per combattere.
Di questa Maria sinceramente non so che farmene, ma sopratutto questa Maria non è quella vera. Scriveva santa Teresa di Lisieux: "Perché una predica sulla santa Vergine mi piaccia, e mi faccia bene, mi deve far vedere la sua vita reale e non una vita fantastica... Ce la fanno vedere inaccessibile, e invece bisogna farla vedere imitabile, farne scoprire le virtù, dire che viveva di fede come noi."
Qualche anima credente, forse troppo e male, ha composto un canto che sento spesso nelle nostre liturgie: "Vogliamo vivere come Maria, l'irraggiungibile" ed ecco che Maria diventa l'utopia di un desiderio irrealizzabile.
Inizia il mese di maggio anche per me e non metterò sul mio comodino santini melensi pieni di stelle e fiorellini, con invocazioni che iniziano con un "Deh voi che siete nostra regina, degnatevi di benedire l'eletta prole... Aurora bellissima del mese di maggio".
Farò il mio mese di maggio cercando di amare ed imitare Maria, andrò, come Lei, verso la montagna a casa di Elisabetta che avrà altri problemi, altri nomi, altra età ma che comunque avrà bisogno di me.
E farò il mio mese di maggio in compagnia del meraviglioso libro di Paolo Curtaz "Maria con i piedi per terra" che caldamente consiglio a quanti desiderano conoscere Maria per trovare il Lei una strada, una meta, un senso al cammino.
Buona lettura.